Trickline Trip in Santa Monica

Solo se trovi l’equilibrio con te stessa sarai in grado di tenerlo sopra la linea…

La slackline è un connubio di staticità e dinamismo, busto rigido, gambe forti ma elastiche, baricentro basso e respiro sospeso, lo sguardo alto e sempre fisso verso il fondo della linea…

Ogni movimento che fai deve essere deciso e controllato, ma, allo stesso tempo, flessibile e pronto a parare ogni spinta eccentrica, ventata o fattore esterno di disturbo. Ma quando ci riesci diventi un tutt’uno con la slackline, entri nel suo flow (come dicono i longliner californiani), impari a prevedere ogni suo rimbalzo e a controllare il tuo equilibrio, seguendo sempre quel flusso.
Sono stata 11 giorni a Santa Monica, LA, in California, tutto il giorno in spiaggia, al Gibbon Slackline Park, in quello che potrei definire un “paradiso della slack”, dove una ventina di trickline e longline si intrecciano (anche una sopra l’altra) per garantire uno SPETTACOLO entusiasmante. E il bello è che si può provare tutto.



Tutto è a disposizione di tutti, come in un workshop infinito dove chiunque può imparare, ognuno ha qualcosa da condividere, che siano consigli, supporto tecnico o una ricarica di sorrisi. Sì, perché in quel posto magico, energetico e solare, fotografi, turisti e bambini si mettono in prima fila ad ammirare le tue evoluzioni, si esaltano ad ogni salto e si scandalizzano per ogni caduta. Ma sotto la linea c’è un materasso di sabbia e tu puoi rialzarti subito, magari con qualche graffio superficiale, ma il sorriso comunque stampato in faccia. Perché tu sai che anche lo slackrifice fa parte del gioco e di certo non ferma la tua voglia di ritornare a saltare sulla linea.



Lo sa bene colei che mi ha trascinato in questo autentico “American dream”.
Manuela Erlacher, 26 anni, trickliner da poco più di un anno, esattamente come me. È determinazione e resilienza senza freni, tanto che non si è mai fermata, dopo i 4 infortuni che ha subito, ma, ogni volta, è risalita sulla trickline con la solita caparbietà che ci ha fatto incontrare. Ci siamo conosciute casualmente via Instagram e, tempo tre mesi (in cui ci siamo viste una sola volta in occasione dell’ultimo contest a Bologna), ci siamo ritrovate a volare, ognuna sul suo aereo, verso la solita destinazione: Los Angeles. Manuela, precedentemente, aveva già vissuto un anno intero a LA, durante il quale ha sviluppato una forte amicizia con la slackliner professionista Olga Henry. In queste settimane Olga è stata la capitana e allenatrice del nostro slack-team, sia sulla spiaggia, che nelle diverse palestre attrezzate con trampolini e slacklines, in cui ci ha portato. Personalmente, poi, mi ha dato l’opportunità di migliorare e conoscere una realtà che, in Italia, non avevo mai sperimentato prima: allenarmi con delle ragazze, che sulla trick sanno volare ed essere belle allo stesso tempo!



Olga è un concentrato di eleganza, esperienza e padronanza di sé sulla linea. Meravigliosa da osservare per quanto tenacemente persegue i suoi obiettivi, anche se a piccoli passi (Guinness World Record 2019 per camminata più veloce sulle punta sopra una slackline) ma con una matura consapevolezza delle sue potenzialità. Queste non sono solo fisiche: il suo spirito promotore ed intraprendente l’ha fatta diventare membro della ISA (International Slackline Association). Gestisce, infatti, un’ampia rete di contatti in tutto il mondo, tramite la quale permette alla solita passione di accorciare le distanze.

Questo credo ci debba fare da esempio. In Italia abbiamo un territorio bellissimo da rendere campo fertile per lo sviluppo della slackline. Noi slackliners italiani saremo anche dei new entry nella Slackline Community Internazionale, come lo ero io in quel paradiso, ma la mia Spider Pro line scintillava col suo fucsia acceso in mezzo alla folla di Santa Monica Beach, e faceva da calamita per tutti, che fossero trickliner professionisti o principianti. Allo stesso modo, sono convinta che abbiamo le potenzialità di crescere e di dimostrare che ci siamo anche noi. Che in Italia abbiamo voglia di far conoscere questo sport. Che la trickline è a tutti gli effetti uno sport, dal momento che servono sacrificio, impegno e tanta determinazione ogni volta che si prova un nuovo trick. Che insieme possiamo fare SHOW, anche se non abbiamo luoghi adrenalinici come Muscle Beach o strutture ginniche che ci ospitano senza troppe beghe burocratiche.



Ci manca sicuramente l’apertura mentale americana ma, allo stesso tempo, sono relativamente pochi i chilometri che separano le piccole realtà di slack sparse per tutta Italia. Quindi basta muoverci, trovarci non sporadicamente, ma condividerci, trickliners e longliners, indistintamente da “falsi rancori” .

E allora ben vengano i Meeting, le gare OTC (Open Trickline Contest), le trasferte in paesi stranieri, le esibizioni nelle piazze o in TV.  Tutto ciò che è confronto è crescita. E la slackline in Italia è pronta a crescere, ad attirare gente e fare spettacolo.
Che sia per un nuovo trick o per 100 metri di vuoto sotto una highline, a condurre il movimento c’è la stessa adrenalina. Ed un’unica passione a tenerci in equilibrio su quel filo che ci unisce. La SLACK.

                                                                                                                           Giada Regoli

Commenti (2)

  1. Willy CARTEI

Brava ........... tutta lo zio !!!!

 

Willy sei er mejo

 
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